domenica 27 novembre 2016

ISCOS, GIORNATA MONDIALE PER IL LAVORO DIGNITOSO

<<Incentivare una crescita economica duratura inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti>>, è l’ottavo obiettivo della neonata Agenda 2030. Durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, il lavoro dignitoso e i quattro pilastri dello stesso -  creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e il dialogo sociale - sono diventati elementi integranti per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo citato chiama ad un’occupazione piena e produttiva e al lavoro dignitoso: viene così disegnato il settore chiave di impegno per l'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ed i suoi componenti.

Un imperativo aderente al messaggio di cui la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) si fa promotrice e portavoce dal 2008.Per il nono anno infatti verrà celebrata laGiornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso” la cui proposta consiste nel porre al centro delle politiche nazionali e europee il decent work come modus operandi per superare l’indigenza ed accogliere democrazia ed equità.

I promotori della giornata, che si celebra il 7 ottobre, asseriscono che il lavoro dignitoso deve essere la condizione centrale per lo sviluppo economico. Questo è il sentimento comune ai sindacati in ogni parte del mondo, i quali lavorano per promuovere il “lavoro produttivo liberamente scelto da donne e uomini, in condizioni di libertà, eguaglianza, sicurezza e dignità”, come lo ha definito l’OIL. È per questo che si terranno iniziative di ogni tipo, in molti paesi del mondo.
Tra le diverse iniziative previste in Italia segnaliamo il seminario formativopromosso congiuntamente da ISCOS (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo), ANOLF (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere) e il Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali di USR CISL Piemonte, Lombardia,Emilia-Romagna eMarche.Creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e dialogo sociale: alla luce di questi quattro contenuti, sui quali si fonda il concetto di ‘lavoro dignitoso’, il seminario proposto vedrà - nella cornice torinese - una tre giorni intitolata “Corso Attivisti internazionali”. Oltre agli operatori e ai responsabili degli organi promotori, saranno protagonisti anche i dirigenti sindacali della CISL e i volontari delle regioni coinvolte che costituiranno la parte pulsante delseminario.

Quello che viene proposto è un approfondimento su alcune tematiche odierne delle politiche internazionali, proprie della società civile. Qual è il terreno fertile per una collaborazione tra imprese socialmente responsabili ONG e sindacato? Come si potrà gestire l’internazionalizzazione delle imprese italiane? E utile la loro partecipazione ai progetti di cooperazione internazionale? A queste domande si cercherà di rispondere nella prima giornata, ove verrà trattato il “ruolo delle imprese private nella crescita economica e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo" con esperti e relatori esterni alla CISL, per avere una cartina di tornasole sul ruolo prioritario del sindacato.
Si porrà poi il focus sulle quelle che sono le maggiori cause che sono al’origine delle migrazioni che costringono  sempre di più le popolazioni a spostarsi, se non a fuggire,  dai luoghi di origine. Come prevengono e come rispondono i governi nazionali e l’Unione Europea? Quali sono le politiche di cooperazione internazionale che adottano in relazione ai paesi altri? Si avrà modo di discuterne durante la seconda giornata:L’evoluzione del fenomeno migratorio nel mondo globalizzato. La sfida di una ‘emergenza strutturale’ ".
La giornata del 7 ottobre costituirà la punta ed il completamento della tre giorni di seminario formativo, proprio in occasione della “Giornata Internazionale per il Lavoro Dignitoso”. La tavola rotonda prevista porterà alla luce un lavoro di elaborazione e di restituzione dei punti critici emerse nelle giornate precedenti. Avrà luogo quindi uno scambio/dibattito pubblico in cui si invita alla partecipazione. Se ritenuto opportuno, ci si potrà unire alla voce dei lavoratori di tutto il mondo che hanno espresso «la loro protesta contro i risultati di due decenni di deregulation, che hanno causato crescente insicurezza e ineguaglianza nonché una spirale al ribasso della competizione globale che ha messo i profitti dinanzi ai diritti fondamentali delle persone», come ricorda il direttore generale dell’OIL, GuyRyder.
La forbice della globalizzazione e della povertà sono aumentate e con esse la richiesta di veder riconosciuto il lavoro dignitoso. il lavoro dignitoso rigurda  il diritto ad un reddito equo, alle pari opportunità e di trattamento tra uomini e donne, alla sicurezza sul lavoro, alla protezione sociale per le famiglie.

Marzia Risucci
7 ottobre 2016, Speciale Sistema Servizi  Avvenire


ISCOS, GIORNATA MONDIALE PER IL LAVORO DIGNITOSO

<<Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti>>, è l’ottavo obiettivo della neonata Agenda 2030. Durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, il lavoro dignitoso e i quattro pilastri dello stesso -  creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e il dialogo sociale - sono diventati elementi integranti per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo citato chiama ad un’occupazione piena e produttiva e al lavoro dignitoso: viene così disegnato il settore chiave di impegno per l'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ed i suoi componenti.

Un imperativo aderente al messaggio di cui la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) si fa promotrice e portavoce dal 2008.Per il nono anno infatti verrà celebrata laGiornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso” la cui proposta consiste nel porre al centro delle politiche nazionali e europee il decent work come modus operandi per superare l’indigenza ed accogliere democrazia ed equità.

I promotori della giornata, che si celebra il 7 ottobre, asseriscono che il lavoro dignitoso deve essere la condizione centrale per lo sviluppo economico . Questo è il sentimento comune ai sindacati in ogni parte del mondo, i quali lavorano per promuovere il “lavoro produttivo liberamente scelto da donne e uomini, in condizioni di libertà, eguaglianza, sicurezza e dignità”, come lo ha definito l’OIL. È per questo che si terranno iniziative di ogni tipo, in molti paesi del mondo.
Tra le diverse iniziative previste in Italia segnaliamo il seminario formativopromosso congiuntamente da ISCOS (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo), ANOLF (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere) e il Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali di USR CISL Piemonte, Lombardia,Emilia-Romagna eMarche.Creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e dialogo sociale: alla luce di questi quattro contenuti, sui quali si fonda il concetto di ‘lavoro dignitoso’, il seminario proposto vedrà - nella cornice torinese - una tre giorni intitolata “Corso Attivisti internazionali”. Oltre agli operatori e ai responsabili degli organi promotori, saranno protagonisti anche i dirigenti sindacali della CISL e i volontari delle regioni coinvolte che costituiranno la parte pulsante delseminario.

Quello che viene proposto è un approfondimento su alcune tematiche odierne delle politiche internazionali, proprie della società civile. Qual è il terreno fertile per una collaborazione tra imprese socialmente responsabi, ONG e sindacato? Come si potrà gestire l’internazionalizzazione delle imprese italiane? E utile la loro partecipazione ai progetti di cooperazione internazionale? A queste domande si cercherà di rispondere nella prima giornata, ove verrà trattato il “ruolo delle imprese private nella crescita economica e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo" con esperti e relatori esterni alla CISL, per avere una cartina di tornasole sul ruolo prioritario del sindacato.
Si porrà poi il focus sulle quelle che sono le maggiori cause che sono al’origine delle migrazioni che costringono  sempre di più le popolazioni a spostarsi, se non a fuggire,  dai luoghi di origine. Come prevengono e come rispondono i governi nazionali e l’Unione Europea? Quali sono le politiche di cooperazione internazionale che adottano in relazione ai paesi altri? Si avrà modo di discuterne durante la seconda giornata:L’evoluzione del fenomeno migratorio nel mondo globalizzato. La sfida di una ‘emergenza strutturale’ ".
La giornata del 7 ottobre costituirà la punta ed il completamento della tre giorni di seminario formativo, proprio in occasione della “Giornata Internazionale per il Lavoro Dignitoso”. La tavola rotonda prevista porterà alla luce un lavoro di elaborazione e di restituzione dei punti critici emerse nelle giornate precedenti. Avrà luogo quindi uno scambio/dibattito pubblico in cui si invita alla partecipazione. Se ritenuto opportuno, ci si potrà unire alla voce dei lavoratori di tutto il mondo che hanno espresso «la loro protesta contro i risultati di due decenni di deregulation, che hanno causato crescente insicurezza e ineguaglianza nonché una spirale al ribasso della competizione globale che ha messo i profitti dinanzi ai diritti fondamentali delle persone», come ricorda il direttore generale dell’OIL, GuyRyder.
La forbice della globalizzazione e della povertà sono aumentate e con esse la richiesta di veder riconosciuto il lavoro dignitoso. il lavoro dignitoso rigurda  il diritto ad un reddito equo, alle pari opportunità e di trattamento tra uomini e donne, alla sicurezza sul lavoro, alla protezione sociale per le famiglie.

Marzia Risucci
7 ottobre 2016, Speciale Sistema Servizi  Avvenire


sabato 26 novembre 2016



SVILUPPO SOSTENIBILE, UN PROGETTO IN SENEGAL

La promozione del lavoro dignitoso è sotto i riflettori del settore peschiero di Ziguinchor. Qui è stato avviato un progetto di sviluppo promosso dall’ Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo – ISCOS in consorzio con Green Cross Italia – GCIt.  La primavera del 2015 ha dato avvio al progetto che tutt’ora è in fase di realizzazione e lo sarà fino al prossimo anno.
Per ogni progetto vi sono delle criticità a monte. Le criticità emerse nel settore della pesca artigianale di Ziguinchor sono state così identificate: precarietà delle condizioni di lavoro dei pescatori e delle trasformatrici, difficile collegamento con il resto del Paese, necessità di una maggiore sicurezza in mare per i pescatori, miglioramento del piccolo commercio in qualità (igiene) e quantità.
La pesca è una componente sostanziale della politica di sicurezza alimentare senegalese ed è legata all’economia della popolazione locale. La cattura dei pesci in mare è tradizionalmente eseguita dagli uomini; quando il pescato tocca terra sono le donne che si occupano di trattarlo per farlo arrivare al mercato. È rivolta primariamente alle donne (attive nella trasformazione e nel piccolo commercio del pesce) l’azione di supporto che si intende realizzare con il progetto “Sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso nella filiera del settore peschiero a Ziguinchor”. Il progetto si propone di migliorare le condizioni di lavoro, in termini di salute e sicurezza in mare, le competenze professionali, la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto dei principi del lavoro dignitoso secondo la convezione ILO n° 156 sulle pari opportunità di trattamento.
La sinergia tra i diversi gruppi di attori costituisce il caposaldo del progetto. Nessuna voce resta sottaciuta. Al processo di identificazione dei problemi da superare e delle attività da realizzare ha preso parte la centrale sindacale più rappresentativa del Senegal – CNTS. Per la centrale dei lavoratori senegalesi l’educazione operaia e la formazione sindacale sono le fondamenta necessarie per svolgere un ruolo efficace nella vita economica e sociale del proprio contesto di appartenenza. Un altro attore del progetto è composto dal gruppo d’interesse economico degli ex operai della società senegalese per la pesca - GIE ATS - e dal sindacato dei marinai e pescatori, FENAGIE- Pêches. Da loro è nata la richiesta di mettere in opera una fabbrica di ghiaccio sul molo di pesca di Boudody.
Attrice indiretta è stata anche la FOCSIV. La ONG ha promosso la campagna “Abbiamo Riso per una Cosa Seria” a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Del successo della sua campagna ha beneficiato il progetto a sostegno del settore peschiero in Senegal, destinatario di una quota dei fondi raccolti. I fondi hanno sostenuto la formazione per le donne che si occupano di essiccazione e affumicazione. Hanno anche permesso l’acquistato di kit composti da mascherine, guanti, stivali, cuffie e grembiuli impermeabili. Questo equipaggiamento ha favorito una migliore organizzazione della catena di lavorazione del pesce oltre ad operare in ambienti più salubri con un minor rischio per la salute.
Si sono presentate anche circostanze sfavorevoli. Alla data di inizio del progetto, aprile 2015, il Ministero degli Interni senegalese aveva già richiamato a sé la prassi per il riconoscimento per le nuove ONG. Nessuna ONG e nessun attore operante in Senegal era stato informato di ciò. La sua scelta è stata dettata da una situazione transitoria e illegale di molte ONG internazionali che operavano nel Paese.  Ciò ha rappresentato un momento delicato per ISCOS, che ha visto negato il suo riconoscimento ufficiale come ONG autorizzata a lavorare in Senegal. A poco sono servite le rassicurazioni da parte della CNTS che si era interessato a seguire l’iter burocratico. L’impegno di tutti gli attori ha permesso, ciononostante, di non disattendere gli obiettivi da raggiungere nel primo anno. Subito dopo ISCOS Nazionale ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento da parte del Governo senegalese: il documento è stato firmato dal Ministro dell’Industria, alla presenza del Segretario Generale della CNTS, Mody Guiro.
Con il rinnovo delle licenze i lavori sono iniziati e le opere finite sono state consegnate dopo un anno esatto dall’inizio del progetto. Oltretutto la corretta ed adeguata lavorazione del pesce ha incrementato le vendite.

Il 21 maggio 2016, presso il porto della città di Ziguinchor, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna dei lavori di dragaggio del fiume Casamance. Erano presenti il Ministro della Pesca e dell’Economia Marittima, Oumar Gueye, e l’Ambasciatore del Regno dei paesi Bassi in Senegal. A tale cerimonia era presente anche ISCOS Senegal, rappresentante di uno dei principali attori che lavora nel settore della pesca nella Regione della Casamance. Il Ministro ha presieduto la piccola cerimonia di consegna dei materiali e dei mezzi ai gruppo d’interesse economico, composti degli ex operai della società senegalese per la pesca, coinvolti nella prima annualità dello stesso progetto. Lo stesso si è complimentato con ISCOS per l’impegno in materia di sicurezza sul lavoro. Ha inoltre esortato i GIE a collaborare con il suo Ministero per ogni attività legata alla valorizzazione della filiera. Il Ministro ha ringraziato la Cooperazione Italiana e l’ONG ISCOS per l’impegno speso a sostegno del settore pesca in Senegal: questo sta rappresentando un grande intervento nel Senegal del sud.

di Marzia Risucci
Speciale sistema servizi, Avvenire, 7 ottobre 2016



SVILUPPO SOSTENIBILE, UN PROGETTO IN SENEGAL

La promozione del lavoro dignitoso è sotto i riflettori del settore peschiero di Ziguinchor. Qui è stato avviato un progetto di sviluppo promosso dall’ Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo – ISCOS in consorzio con Green Cross Italia – GCIt.  La primavera del 2015 ha dato avvio al progetto che tutt’ora è in fase di realizzazione e lo sarà fino al prossimo anno.
Per ogni progetto vi sono delle criticità a monte. Le criticità emerse nel settore della pesca artigianale di Ziguinchor sono state così identificate: precarietà delle condizioni di lavoro dei pescatori e delle trasformatrici, difficile collegamento con il resto del Paese, necessità di una maggiore sicurezza in mare per i pescatori, miglioramento del piccolo commercio in qualità (igiene) e quantità.
La pesca è una componente sostanziale della politica di sicurezza alimentare senegalese ed è legata all’economia della popolazione locale. La cattura dei pesci in mare è tradizionalmente eseguita dagli uomini; quando il pescato tocca terra sono le donne che si occupano di trattarlo per farlo arrivare al mercato. È rivolta primariamente alle donne (attive nella trasformazione e nel piccolo commercio del pesce) l’azione di supporto che si intende realizzare con il progetto “Sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso nella filiera del settore peschiero a Ziguinchor”. Il progetto si propone di migliorare le condizioni di lavoro, in termini di salute e sicurezza in mare, le competenze professionali, la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto dei principi del lavoro dignitoso secondo la convezione ILO n° 156 sulle pari opportunità di trattamento.
La sinergia tra i diversi gruppi di attori costituisce il caposaldo del progetto. Nessuna voce resta sottaciuta. Al processo di identificazione dei problemi da superare e delle attività da realizzare ha preso parte la centrale sindacale più rappresentativa del Senegal – CNTS. Per la centrale dei lavoratori senegalesi l’educazione operaia e la formazione sindacale sono le fondamenta necessarie per svolgere un ruolo efficace nella vita economica e sociale del proprio contesto di appartenenza. Un altro attore del progetto è composto dal gruppo d’interesse economico degli ex operai della società senegalese per la pesca - GIE ATS - e dal sindacato dei marinai e pescatori, FENAGIE- Pêches. Da loro è nata la richiesta di mettere in opera una fabbrica di ghiaccio sul molo di pesca di Boudody.
Attrice indiretta è stata anche la FOCSIV. La ONG ha promosso la campagna “Abbiamo Riso per una Cosa Seria” a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Del successo della sua campagna ha beneficiato il progetto a sostegno del settore peschiero in Senegal, destinatario di una quota dei fondi raccolti. I fondi hanno sostenuto la formazione per le donne che si occupano di essiccazione e affumicazione. Hanno anche permesso l’acquistato di kit composti da mascherine, guanti, stivali, cuffie e grembiuli impermeabili. Questo equipaggiamento ha favorito una migliore organizzazione della catena di lavorazione del pesce oltre ad operare in ambienti più salubri con un minor rischio per la salute.
Si sono presentate anche circostanze sfavorevoli. Alla data di inizio del progetto, aprile 2015, il Ministero degli Interni senegalese aveva già richiamato a sé la prassi per il riconoscimento per le nuove ONG. Nessuna ONG e nessun attore operante in Senegal era stato informato di ciò. La sua scelta è stata dettata da una situazione transitoria e illegale di molte ONG internazionali che operavano nel Paese.  Ciò ha rappresentato un momento delicato per ISCOS, che ha visto negato il suo riconoscimento ufficiale come ONG autorizzata a lavorare in Senegal. A poco sono servite le rassicurazioni da parte della CNTS che si era interessato a seguire l’iter burocratico. L’impegno di tutti gli attori ha permesso, ciononostante, di non disattendere gli obiettivi da raggiungere nel primo anno. Subito dopo ISCOS Nazionale ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento da parte del Governo senegalese: il documento è stato firmato dal Ministro dell’Industria, alla presenza del Segretario Generale della CNTS, Mody Guiro.
Con il rinnovo delle licenze i lavori sono iniziati e le opere finite sono state consegnate dopo un anno esatto dall’inizio del progetto. Oltretutto la corretta ed adeguata lavorazione del pesce ha incrementato le vendite.

Il 21 maggio 2016, presso il porto della città di Ziguinchor, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna dei lavori di dragaggio del fiume Casamance. Erano presenti il Ministro della Pesca e dell’Economia Marittima, Oumar Gueye, e l’Ambasciatore del Regno dei paesi Bassi in Senegal. A tale cerimonia era presente anche ISCOS Senegal, rappresentante di uno dei principali attori che lavora nel settore della pesca nella Regione della Casamance. Il Ministro ha presieduto la piccola cerimonia di consegna dei materiali e dei mezzi ai gruppo d’interesse economico, composti degli ex operai della società senegalese per la pesca, coinvolti nella prima annualità dello stesso progetto. Lo stesso si è complimentato con ISCOS per l’impegno in materia di sicurezza sul lavoro. Ha inoltre esortato i GIE a collaborare con il suo Ministero per ogni attività legata alla valorizzazione della filiera. Il Ministro ha ringraziato la Cooperazione Italiana e l’ONG ISCOS per l’impegno speso a sostegno del settore pesca in Senegal: questo sta rappresentando un grande intervento nel Senegal del sud.

di Marzia Risucci
Speciale sistema servizi, Avvenire, 7 ottobre 2016

mercoledì 20 gennaio 2016

Misteri Ctoni e Celesti: l’ipogeo di Hal Saflieni

In natura le Divinità si incontrano sulla superficie della terra, sul manto verde, di cui noi siamo ugualmente parte. La vita come Bios, ossia la vita biologica comprensiva dei processi di nascita, vita e morte, prende parte al compimento di Zoe (vita eterna o, come indicato dai Greci, zodiaco: Zodiaco dal greco ζῳδιακός, zōdiakos, parola a sua volta composta da ζώον, zòon, "essere vivente" e òdos, "percorso"). La corrente di Zoe, che è l’azione delle Gerarchie Celesti, scende diretta su Bios ove viene “filtrata” dal corpo della Terra stessa.
Zoe si carica delle forze della terra arricchendosi della qualità chiamata Amore per poi giungere alla superficie, ove le due correnti di Zoe si incontrano. E’ da questo incontro che avviene la nascita del manto della terra, il quale insieme a noi è figlio del matrimonio tra lo Zoe cosmico che chiameremo Padre, il quale ha come qualità la Saggezza, e lo Zoe terrestre che, in una cultura lontana più di 2000 anni, viene chiamato Madre  (le femminili divinità ctonie del mondo greco, dove ctonio significa separazione).
Ed è nella Madre che troviamo un elemento fondamentale che la caratterizza, la partenogenesi (dal greco παρθένος, «vergine» e γένεσις, «nascita», ovvero riproduzione verginale: è un modo di riproduzione di alcune piante e animali in cui lo sviluppo dell'uovo avviene senza che questo sia stato fecondato.). La madre è colei che trasmette l’impronta; se pensiamo alla cultura ebraica si è considerati ebrei solo se si è nati da madre ebrea.
Agli occhi e al sentire degli antichi ciò era chiaro, basti considerare che una pianta spontanea e tipica di un posto ben preciso, ossia di un corretto matrimonio, si chiama autoctona (dal greco autòs stesso, e chthòn suolo/terra - indica l'appartenenza di qualcosa o qualcuno ad un determinato luogo). Tutte le culture antiche, basate sull’agricoltura e sul matriarcato, avevano questa conoscenza, difatti loro riferimento era la Dea Madre (Demetra in greco: Δημήτηρ) che rappresentava la Vita di Madre Terra ovvero la forza di Zoe che passando attraverso il Globo intero si arricchiva della qualità dell’Amore, figlia del sacrificio compiuto attraversando lo stesso: la Luce della Saggezza entra nel Buio della Terra fino a ricongiungersi, poi, al Padre.
Le divinità femminili, come possiamo vedere nella seconda figura ritrovata nell’ipogeo di Malta, erano anticamente rappresentate con forme giunoniche, sovrabbondanti, in quanto raffiguravano le forze infinite della Terra.
Il termine divinità ctonia indica proprio tutte quelle divinità generalmente femminili legate ai culti di dèi sotterranei. Nel voler porre attenzione all’agire delle forze Ctonie portiamo l’esempio dell’ipogeo di Hal Saflieni sito a Malta.
Malta è un posto molto particolare. E’ un’isola nel Mediterraneo nonché un punto ctonio di rilevante importanza avente sei correnti di irradiazioni che toccano altri 20 punti ctoni nel mondo. Quando si parla di Ctoni ci si riferisce a quelli attivi nel nostro tempo e gli Ctoni dell'Ipogeo di Malta sono riusciti a proteggere il loro tempio sotterraneo.
Il centro ipogeo di Hal Saflieni ha un raggio di azione di 4000 chilometri che arriva a toccare il nord Europa e l’Africa settentrionale. Non vogliamo dimenticare poi l’ipogeo di Delfi  (3000 km) e quello più grande al mondo del Mato Grosso (5000 km). Talvolta le entità che sono in terra, gli Ctoni, si manifestano in un rialzamento della terra come nel caso de Las Mesetas in Spagna, le quali si espandono per migliaia di chilometri. Al centro del pianoro de Las Mesetas si trova Madrid (Madre), altro punto ctonio (in Spagna ve ne sono due; l’altro è a Santiago de Compostela).
Ombelichi del mondo quindi, anticamente collegati per via sotterranea in quanto l’antica cultura era ctonia, propria della Terra. L’isola di Malta è come un ombelico nel Mediterraneo ed è in contatto sottile con gli altri ombelichi della Terra; tramite l’ombelico di Malta si può comunicare con tutti gli altri (anticamente per via sotterranea, nel presente per via di Coscienza). 
A livello simbolico molti sono gli aspetti che tale luogo mitico riveste: la Montagna Cosmica, l'Axis mundi, l'Albero Cosmico, l'Isola Benedetta, la Città Sacra. Più precisamente l'ombelico è quel punto preciso ove l'asse immaginario del mondo (axis mundi) ricongiunge il Cielo alla Terra e la Terra agli Inferi, portale di connessione tra l'umano e il divino, una sorta di stargate iniziatico che connette la dimensione terrena a quella cosmica (galattica). E' da questo centro universale (atemporale) che scaturisce e fluisce la Vita e tutto il suo mistero.
I tunnel sotterranei presenti a Malta sono testimonianza di questo agire. Degli esempi di camminamenti sotterranei li troviamo inoltre con i sacerdoti etruschi, i lucumoni, i quali si muovevano lontano dalla luce del sole per restare in Madre Terra.
L’ipogeo di Hal Saflieni è composto da tre livelli e scende fino a 11 metri di profondità. Si crede che il primo livello risalga a circa 7 mila anni a.C., il secondo livello a 5mila anni a.C. ed il terzo a 2 mila anni a.C. e questo perché mano a mano che la Coscienza riguardo al mondo Ctonio si evolveva ci si riusciva a collegare con le forze più profonde ossia con lo Zodiaco, la Via Lattea e le Dodici Regioni Cosmiche.
Riteniamo che il primo livello sia stato realizzato da chi possedeva i segreti della materia grazie ai quali si riusciva a modellare la roccia come fosse ad uno stato fluido. E’ dunque possibile che si fosse posseduto un liquido o comunque una sostanza in grado di ammorbidire la roccia la quale, divenuta tenera, poteva venire modellata e asportata con facilità (A testimonianza di ciò abbiamo il ritrovamento, risalente ad una decina di anni fa, di fibre organiche (peli o capelli), insieme a bolle d’aria e pezzetti d’intonaco colorato di rosso, all’interno di un blocco calcareo della piramide di Cheope per mano del Professor J. Davidovits del quale si consiglia questa lettura: http://www.liutprand.it/davidovits.pdf).
Comprendere come gli altri facevano è di fondamentale importanza non solo per estrarre le leggi di costruzione ma, come in questo caso, anche per comprendere come vengano interpretate nella roccia delle leggi eterne. Nell’hic et nunc ognuno può decidere, nella propria libertà, come interpretare le stesse leggi.
Per il secondo e terzo livello ad operare lo scavo sono stati gli Esseri Elementari (Non riteniamo una corretta interpretazione quella proposta dagli archeologi secondo i quali il terzo livello sarebbe stato scavato con delle corna di vacca e non tanto per ciò che comporterebbe in tempistiche il fare un lavoro del genere quanto per l’assenza di fumo nero all’interno dell’ipogeo stesso, fumo che seguirebbe naturalmente all’uso di una luce, che sia essa ad olio o elettrica, della quale ci si sarebbe serviti per scavare appunto nel buio.) evocati dai sacerdoti (E’ interessante notare che nel punto sovrastante l’ipogeo sia stata costruita una chiesetta. Questo ipogeo “dialogava” con la Via Lattea. Ponendosi sopra di esso ci si può compenetrare di queste forze).
Come vediamo più sotto in immagine le colonne, che possiedono una forma quadrata richiamando così l’elemento terra, si uniscono alle curve, elemento tondo che rappresenta l’acqua: gli Ctoni governano infatti Terra ed Acqua e l’isola di Malta in mezzo al Mediterraneo, ne è un buon esempio!

I greci, recepivano l’area del Mediterraneo come quella dove più era operativo il Mondo Ctonio. Essi conoscevano due tipi di misteri: i Misteri Ctoni (trovare Dio dentro di sé) e i Misteri Celesti (trovare Dio fuori di sé).
Nel mondo antico l’iniziando veniva portato nell’ipogeo e qui vi restava al buio fino a sperimentare la nascita del sole interiore (Luce Ctonia): ciò avveniva nella notte del 24 dicembre, in quella che è chiamata la festa del Sole Invitto.
Nel terzo livello son stati ritrovati 7 mila cadaveri, motivo per cui la spiegazione ufficiale ha voluto che l’ipogeo diventasse una necropoli in tempi preistorici ma un ragionamento più accurato vede invece, in questo numero, i corpi dei sacerdoti che qui venivano uniti per dare forza all’evento iniziatico: l’odore dei morti attiva difatti le forze della chiaro veggenza.
L’iniziando, una volta compiute le prove dei Misteri Ctoni, era pronto per trovare il Divino nelle esperienze cosmiche: Pianeti, Zodiaco, Via Lattea e Dodici Regioni Cosmiche. L’ipogeo di Hal Saflieni ed il centro dei Misteri Celesti di Tarxien operavano infatti in simbiosi in quanto erano i  rappresentanti di questi due mondi: i Terrestri ed i Celesti. Il tempio di Tarxien è venuto, sempre più,  a perdere forza a seguito delle violazioni che ha subito, conducendo difatti ad una interruzione del dialogo “sottile” e qualificandosi come non attivo.
Che ruolo ha l’Uomo in tutto questo? Se, come abbiamo visto, da una parte abbiamo gli Ctoni dell’area mediterranea (che si sviluppa dal Sudamerica alla Cina Orientale) e dall’altra abbiamo i Celesti nell’ Europa settentrionale (Scozia, Svezia, Polonia), compreso tra gli uni e gli altri vi sono i Mediani portati dal Cristo, e l’Uomo ha il compito di congiungere la terra con il cielo, i Misteri Celesti ed i Misteri Ctoni divenendo un asse centrale. L’uomo, posto a metà come Axis Mundo, dialogando con i Celesti e con gli Ctoni permette il pieno collegamento con Dio, fungendo da ponte tra i due centri misteriosofici.



giovedì 2 luglio 2015

Ira

Si può perdere tutto per uno scatto d’ira, come è capitato a Mosè per la terra promessa. L’ira pregiudica i doni spirituali, non ti lascia la libertà di occuparti di quello che magari avresti voluto fare. Si serva della via che percorri per gonfiarsi, così come si gonfia la vela che solca le onde.
Si giustifica dietro la giustizia l’ira.
Uno dei motivi principali per cui uno si cede alla non vita.
L’ira è assolutizzazione, è la vittoria dei Sensi sulla Volontà.
Cova lentamente l’ira, ha un’incubazione che dura nel prepararsi una strada, come risultato di tutti i limiti non accettati.
L’ira è il diritto accordato al nostro Essere di distruggere una Vita.
L’inganno dell’ira consiste nell'arrabbiarsi guardando quello che ti stanno togliendo e non quello che ti stai difendendo. L’iroso è un pusillanime e non un giustiziere, l’ira non metterà di certo a posto il mondo.
Vittimismo, giustizialismo e sadismo non sono nella Vita. L’ira è rabbina della prudenza, è distruzione di una condizione, è confusione della Natura.

Se s i litiga lungo la strada si perderà la Via.
«Se dunque presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono». (Mt. 5,23).
Davvero vi sono cose più importanti da fare che fermarsi lungo la Via? Non accogliere le cose che distruggono, non fecondare la rabbia. E’ più importante la Comunione della Ragione: la Ragione è dei Fessi. Nessuno va a riconciliarsi fino a che non arriva ad odiare la solitudine ma se è questo il punto a cui decidi di arrivare siine quantomeno consapevole.


Marzia

venerdì 17 aprile 2015

Pensieri liberamente ispirati da uno dei vari incontri con Enzo N.

Misteri Ctoni e Celesti: l’ipogeo di Hal Saflieni

In natura le Divinità si incontrano sulla superficie della terra, sul manto verde, di cui noi siamo ugualmente parte. La vita come Bios, ossia la vita biologica comprensiva dei processi di nascita, vita e morte, prende parte al compimento di Zoe (vita eterna o, come indicato dai Greci, zodiaco: Zodiaco dal greco ζῳδιακός, zōdiakos, parola a sua volta composta da ζώον, zòon, "essere vivente" e òdos, "percorso"). La corrente di Zoe, che è l’azione delle Gerarchie Celesti, scende diretta su Bios ove viene “filtrata” dal corpo della Terra stessa.
Zoe si carica delle forze della terra arricchendosi della qualità chiamata Amore per poi giungere alla superficie, ove le due correnti di Zoe si incontrano. E’ da questo incontro che avviene la nascita del manto della terra, il quale insieme a noi è figlio del matrimonio tra lo Zoe cosmico che chiameremo Padre, il quale ha come qualità la Saggezza, e lo Zoe terrestre che, in una cultura lontana più di 2000 anni, viene chiamato Madre  (le femminili divinità ctonie del mondo greco, dove ctonio significa separazione).
Ed è nella Madre che troviamo un elemento fondamentale che la caratterizza, la partenogenesi (dal greco παρθένος, «vergine» e γένεσις, «nascita», ovvero riproduzione verginale: è un modo di riproduzione di alcune piante e animali in cui lo sviluppo dell'uovo avviene senza che questo sia stato fecondato.). La madre è colei che trasmette l’impronta; se pensiamo alla cultura ebraica si è considerati ebrei solo se si è nati da madre ebrea.
Agli occhi e al sentire degli antichi ciò era chiaro, basti considerare che una pianta spontanea e tipica di un posto ben preciso, ossia di un corretto matrimonio, si chiama autoctona (dal greco autòs stesso, e chthòn suolo/terra - indica l'appartenenza di qualcosa o qualcuno ad un determinato luogo). Tutte le culture antiche, basate sull’agricoltura e sul matriarcato, avevano questa conoscenza, difatti loro riferimento era la Dea Madre (Demetra in greco: Δημήτηρ) che rappresentava la Vita di Madre Terra ovvero la forza di Zoe che passando attraverso il Globo intero si arricchiva della qualità dell’Amore, figlia del sacrificio compiuto attraversando lo stesso: la Luce della Saggezza entra nel Buio della Terra fino a ricongiungersi, poi, al Padre.
Le divinità femminili, come possiamo vedere nella seconda figura ritrovata nell’ipogeo di Malta, erano anticamente rappresentate con forme giunoniche, sovrabbondanti, in quanto raffiguravano le forze infinite della Terra.
Il termine divinità ctonia indica proprio tutte quelle divinità generalmente femminili legate ai culti di dèi sotterranei. Nel voler porre attenzione all’agire delle forze Ctonie portiamo l’esempio dell’ipogeo di Hal Saflieni sito a Malta.
Malta è un posto molto particolare. E’ un’isola nel Mediterraneo nonché un punto ctonio di rilevante importanza avente sei correnti di irradiazioni che toccano altri 20 punti ctoni nel mondo. Quando si parla di Ctoni ci si riferisce a quelli attivi nel nostro tempo e gli Ctoni dell'Ipogeo di Malta sono riusciti a proteggere il loro tempio sotterraneo.
Il centro ipogeo di Hal Saflieni ha un raggio di azione di 4000 chilometri che arriva a toccare il nord Europa e l’Africa settentrionale. Non vogliamo dimenticare poi l’ipogeo di Delfi  (3000 km) e quello più grande al mondo del Mato Grosso (5000 km). Talvolta le entità che sono in terra, gli Ctoni, si manifestano in un rialzamento della terra come nel caso de Las Mesetas in Spagna, le quali si espandono per migliaia di chilometri. Al centro del pianoro de Las Mesetas si trova Madrid (Madre), altro punto ctonio (in Spagna ve ne sono due; l’altro è a Santiago de Compostela).
Ombelichi del mondo quindi, anticamente collegati per via sotterranea in quanto l’antica cultura era ctonia, propria della Terra. L’isola di Malta è come un ombelico nel Mediterraneo ed è in contatto sottile con gli altri ombelichi della Terra; tramite l’ombelico di Malta si può comunicare con tutti gli altri (anticamente per via sotterranea, nel presente per via di Coscienza). 
A livello simbolico molti sono gli aspetti che tale luogo mitico riveste: la Montagna Cosmica, l'Axis mundi, l'Albero Cosmico, l'Isola Benedetta, la Città Sacra. Più precisamente l'ombelico è quel punto preciso ove l'asse immaginario del mondo (axis mundi) ricongiunge il Cielo alla Terra e la Terra agli Inferi, portale di connessione tra l'umano e il divino, una sorta di stargate iniziatico che connette la dimensione terrena a quella cosmica (galattica). E' da questo centro universale (atemporale) che scaturisce e fluisce la Vita e tutto il suo mistero.
I tunnel sotterranei presenti a Malta sono testimonianza di questo agire. Degli esempi di camminamenti sotterranei li troviamo inoltre con i sacerdoti etruschi, i lucumoni, i quali si muovevano lontano dalla luce del sole per restare in Madre Terra.
L’ipogeo di Hal Saflieni è composto da tre livelli e scende fino a 11 metri di profondità. Si crede che il primo livello risalga a circa 7 mila anni a.C., il secondo livello a 5mila anni a.C. ed il terzo a 2 mila anni a.C. e questo perché mano a mano che la Coscienza riguardo al mondo Ctonio si evolveva ci si riusciva a collegare con le forze più profonde ossia con lo Zodiaco, la Via Lattea e le Dodici Regioni Cosmiche.
Riteniamo che il primo livello sia stato realizzato da chi possedeva i segreti della materia grazie ai quali si riusciva a modellare la roccia come fosse ad uno stato fluido. E’ dunque possibile che si fosse posseduto un liquido o comunque una sostanza in grado di ammorbidire la roccia la quale, divenuta tenera, poteva venire modellata e asportata con facilità (A testimonianza di ciò abbiamo il ritrovamento, risalente ad una decina di anni fa, di fibre organiche (peli o capelli), insieme a bolle d’aria e pezzetti d’intonaco colorato di rosso, all’interno di un blocco calcareo della piramide di Cheope per mano del Professor J. Davidovits del quale si consiglia questa lettura: http://www.liutprand.it/davidovits.pdf).
Comprendere come gli altri facevano è di fondamentale importanza non solo per estrarre le leggi di costruzione ma, come in questo caso, anche per comprendere come vengano interpretate nella roccia delle leggi eterne. Nell’hic et nunc ognuno può decidere, nella propria libertà, come interpretare le stesse leggi.
Per il secondo e terzo livello ad operare lo scavo sono stati gli Esseri Elementari (Non riteniamo una corretta interpretazione quella proposta dagli archeologi secondo i quali il terzo livello sarebbe stato scavato con delle corna di vacca e non tanto per ciò che comporterebbe in tempistiche il fare un lavoro del genere quanto per l’assenza di fumo nero all’interno dell’ipogeo stesso, fumo che seguirebbe naturalmente all’uso di una luce, che sia essa ad olio o elettrica, della quale ci si sarebbe serviti per scavare appunto nel buio.) evocati dai sacerdoti (E’ interessante notare che nel punto sovrastante l’ipogeo sia stata costruita una chiesetta. Questo ipogeo “dialogava” con la Via Lattea. Ponendosi sopra di esso ci si può compenetrare di queste forze).
Come vediamo più sotto in immagine le colonne, che possiedono una forma quadrata richiamando così l’elemento terra, si uniscono alle curve, elemento tondo che rappresenta l’acqua: gli Ctoni governano infatti Terra ed Acqua e l’isola di Malta in mezzo al Mediterraneo, ne è un buon esempio!

I greci, recepivano l’area del Mediterraneo come quella dove più era operativo il Mondo Ctonio. Essi conoscevano due tipi di misteri: i Misteri Ctoni (trovare Dio dentro di sé) e i Misteri Celesti (trovare Dio fuori di sé).
Nel mondo antico l’iniziando veniva portato nell’ipogeo e qui vi restava al buio fino a sperimentare la nascita del sole interiore (Luce Ctonia): ciò avveniva nella notte del 24 dicembre, in quella che è chiamata la festa del Sole Invitto.
Nel terzo livello son stati ritrovati 7 mila cadaveri, motivo per cui la spiegazione ufficiale ha voluto che l’ipogeo diventasse una necropoli in tempi preistorici ma un ragionamento più accurato vede invece, in questo numero, i corpi dei sacerdoti che qui venivano uniti per dare forza all’evento iniziatico: l’odore dei morti attiva difatti le forze della chiaro veggenza.
L’iniziando, una volta compiute le prove dei Misteri Ctoni, era pronto per trovare il Divino nelle esperienze cosmiche: Pianeti, Zodiaco, Via Lattea e Dodici Regioni Cosmiche. L’ipogeo di Hal Saflieni ed il centro dei Misteri Celesti di Tarxien operavano infatti in simbiosi in quanto erano i  rappresentanti di questi due mondi: i Terrestri ed i Celesti. Il tempio di Tarxien è venuto, sempre più,  a perdere forza a seguito delle violazioni che ha subito, conducendo difatti ad una interruzione del dialogo “sottile” e qualificandosi come non attivo.
Che ruolo ha l’Uomo in tutto questo? Se, come abbiamo visto, da una parte abbiamo gli Ctoni dell’area mediterranea (che si sviluppa dal Sudamerica alla Cina Orientale) e dall’altra abbiamo i Celesti nell’ Europa settentrionale (Scozia, Svezia, Polonia), compreso tra gli uni e gli altri vi sono i Mediani portati dal Cristo, e l’Uomo ha il compito di congiungere la terra con il cielo, i Misteri Celesti ed i Misteri Ctoni divenendo un asse centrale. L’uomo, posto a metà come Axis Mundo, dialogando con i Celesti e con gli Ctoni permette il pieno collegamento con Dio, fungendo da ponte tra i due centri misteriosofici.



     Terzo livello dell'ipogeo